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Il commercio di limoni a Bagheria e il fenomeno delle Veline

Da ragazzo finita la scuola, andavo a lavorare nei magazzini di esportazione e commercializzazione di limoni.
La mia qualifica di manuale agrumario, con il compito di svuotare le casse di limoni che arrivavano dalla campagna nel nastro a rullo che portava i limoni nel calibratore che a sua volta a mezzo di rulli li divideva per grandezza, altre volte facevo il "pruituri" cioè porgevo i frutti avvolti in carta velina agli impaccatori (mastri) che li sistemavano con assoluta regolarità in strati all'interno di cassette per la spedizione.

I frutti avvolti in carta velina bianca venivano posti in file diagonali su diversi strati all'interno delle cassette da spedire, mentre per lo strato superiore i frutti venivano avvolti con la carta velina stampata chiamata "mustri" cioè da mostra. I "mustri" era quello che oggi chiamiamo logo o marchio aziendale, ogni ditta aveva il suo marchio in cui veniva anche indicato l'indirizzo dell'azienda, il numero telefonico, la varietà del prodotto.

I marchi stampati con degli stencil di rame sulle casse di limoni

 

Queste "marche" delle quali gli esportatori erano molto gelosi venivano anche riprodotte sulle testate delle cassette a mezzo di lastre in rame usate come stencil.
Prima degli anni settanta i limoni venivano incartati uno per uno a mano dalle donne che a centinaia venivano da Palermo in treno a lavorare nei magazzini di Bagheria. Successivamente questo lavoro venne svolto da macchine che avvolgevano i frutti come una caramella su carta velina bianca a due pizzi.

Mentre i "mustri" si continuava ad avvolgerli a mano ad un pizzo per fare venire al centro la stampa del marchio nel frutto.
La carta velina con cui venivano avvolti i limoni, veniva prodotta e stampata a rotocalco a Bagheria dall'azienda dell'imprenditore Girgenti Silvestre e figli, successivamente denominata S.I.V. S.P.A..

 

Sinistra: Confezionamento dei limoni - Destra: Rotocalchi per la produzione delle veline -  Foto Pietro Pagano


La carta aveva uno strano odore che impregnava i vestiti dei lavoratori e l'ambiente di lavoro, era l'odore del definile, un prodotto chimico con cui veniva trattata la carta per mantenerla morbida e mantenere più a lungo il frutto dal deperimento e dalla muffa.
E' in quegli anni che inizia la mia curiosità per la carta da "mustri" per il loro colore e per i disegni a cui s'ispiravano, come le ville settecentesche bagheresi, le attrice famose del tempo, gli animali ecc...

Spesso andavo in giro per i magazzini, che si trovavano a "Puntaguglia" nei pressi della stazione ferroviaria a chiedere qualche foglio di "mustri" per la mia collezione o direttamente alla SIV S.P.A. ubicata in via Capaci una traversa di via Consolare.

 

Una Grafica realizzata per il Consorzio Agrumario Bagherese - Foto Pietro Pagano

 

Negli anni, ma sopratutto grazie all'uso di internet ho scoperto che la passione di raccogliere "veline" o come vengono chiamati nel web "carte povere" "incarti d'arance" "orangen papier" non fosse solo mia, ma in realtà condivisa in Italia ed in Europa da centinaia di amatori. In questi anni ho scoperto tanti collezionisti che hanno pubblicato dei libri in Germania o in Francia , realizzato siti web e mostre con i "mustri" di Bagheria e della Sicilia. Nel nord della Francia dal 2006 ogni anno nei primi giorni di ottobre organizzano un raduno internazionale degli appassionati di etichette e carta da frutta. In Germania nel 2011 è stata realizzata al Buchheim Museum una mostra dal titolo "Pop art mit orangenduft"dove erano esposte anche le veline degli anni cinquanta e sessanta di ditte esportatrici di Bagheria.

 

Sinistra: Esempio di Veline per Limoni - Destra: Manifesto della mostra sulle veline svoltasi in Francia - Foto Pietro Pagano

 

Per non parlare dei bravissimi disegnatori dei bozzetti per mustri, alcuni di questi divenuti famosi grafici pubblicitari come Gino Bocassile, Gian Rosa e i siciliani Gianni Li Muli, Bracciante, Mastriani, Ingoglia.

Insomma un'altro tesoro immateriale quello dell'iconografia commerciale dei limoni di Bagheria
da valorizzare, conservare e tramandare alle future generazioni.

Pietro Pagano

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